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Terre di confine: Viaggio al centro di 3 continenti

La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili (William Burroughs)


Attraversando il cuore di Asia Africa e America latina si può facilmente immaginare uno spazio i cui territori non siano nient'altro che un reticolato di vie o "percorsi", anziché pezzi di terra circondate da frontiere.
Questo lavoro unisce innanzi tutto le persone come una sottile linea disegnata sulla terra che amalgama e confonde territori stravolgendo la loro reale locazione geografica;

Uomini, donne, bambini. Strani, stranieri, ignari molto spesso dei confini, il cui attaccamento al luogo è solo dato dal fatto che "ci si sta". E noi stessi diventiamo stranieri in una terra lontana, risucchiati in culture diverse, in contesti fuori dal tempo. Ciò che si percepisce, e finalmente esiste, è legato esclusivamente alle esigenze basilari, bisogni materiali, riti purificatori, lavori impossibili, spazi inospitali.
Non manca un sorriso, un gesto di accoglienza o alla peggio uno sguardo da brigante, che irride la nostra maniacale necessità di possesso, di erigere muri e respingimenti alle frontiere.

Qui il viaggio è inteso come attraversamento di uno spazio in cui i confini non esistono e le persone di nazionalità diverse diventano interscambiabili e, complice l'allestimento fotografico, si può immaginare che sia laotiano quell'uomo che naviga sul Salar de Uyuni oppure che sia etiope la donna sulle rive del Mekong o ancora sia boliviano uno dei cercatori di sale d'Africa, riducendo la nazionalità ufficiale ad una ridicola ipocrisia.

E attraversando i cortili occidentali "amici" non sfuggiamo noi stessi alle stranezze. Gli uomini delle frontiere sono asettici e armati fino ai denti, negli aeroporti si consumano ore di vita perse nei controlli fotografici, questa volta di retine oculari, su laser di biscotti sequestrati dai bagagli e sguardi strafottenti che ti fanno sentire ansiosamente straniero anche se appartenente di “diritto”, in senso esclusivamente anagrafico, allo stesso mondo opulento.

Le immagini sono state scattate tra il 1989 e il 2014 in Nicaragua, Cuba, Bolivia, Etiopia, Tunisia, India, Laos, Birmania, Vietnam, Indonesia e Malesia.
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