FOLLE
La pandemia di Covid-19 sta cambiando le nostre vite.
Il distanziamento sociale in atto potrebbe durare molto più di quanto immaginiamo.
Cambieranno le interazioni e le relazioni e mai come adesso l'idea di futuro ci sembra un entità astratta e difficilmente immaginabile.
Mentre i media ci mostrano le città, le piazze vuote, le attività paralizzate, deserte e la vita che scorre nelle mura domestiche, con questa serie di immagini tento metaforicamente di esorcizzare le nostre paure.
E non potendo muovermi in questo frangente, cerco nel mio archivio l'esatto contrario del distanziamento sociale, cerco le folle, l'aggregazione, l'incontro e la vita che scorre nelle moltitudini in movimento nell'attesa di ritornare a vivere una vita sociale.
Persone adesso forse malate, infettate, disgregate, smarrite che potrebbero diventare folle inferocite, plasmate, manipolate e ferite.
Sono Folle che cantavano ai concerti, Folle nelle piazze, nelle strade, nelle chiese.
Folle spiaggiate, nei riti, nei prati, coi fuochi, coi fiati.
Folle distese, assiepate, bagnate, che pregano, che ballano, che giocano, che corrono;
in posa per una foto ricordo, in fila indiana per tornare a casa, per manifestare, per gioire, per protestare, per lavorare, per viaggiare.
Folle in movimento, in transito.
Folle di gente comune.
Noi siamo Folle.
Voi siete Folle.
Io sono Folle.
Folle.
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Hi, I'm a Tuscan photographer;
I take the liberty of offering you this particular photographic series on a current topic.
text:
CROWDS
The Covid-19 pandemic is changing our lives.
The ongoing social distancing could last much longer than we imagine.
Interactions and relationships will change and never before does the idea of the future seem to us an abstract entity and hardly imaginable.
While the media show us the cities, the empty squares, the paralyzed, deserted activities and the life that runs through the home, with this series of images I try metaphorically to exorcise our fears.
And not being able to move in this situation, I look for the exact opposite of social distancing in my archive, I look for the crowds, the aggregation, the meeting and the life that flows in the multitudes on the move waiting to return to live a social life .
People now perhaps sick, infected, disrupted, lost who could become mad, angry, shaped, manipulated and injured.
They are Crowds singing at concerts, Crowds in the squares, in the streets, in the churches.
Crowds beached, in rituals, in meadows, with fires, with winds.
Crowds stretched out, crowded, wet, praying, dancing, playing, running;
posing for a souvenir photo, in single file to go home, to demonstrate, to rejoice, to protest, to work, to travel.
Crowds on the move, in transit.
Crowds of ordinary people.
We are insane.
You are insane.
I am insane.
Crowds.