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FRANCO sbarca sull’isola nel 1970.
Franco Calderaro, pugliese arriva a Pianosa come agente di custodia e si occupa della sorveglianza dell'ingresso del porticciolo. E' stato anche animatore delle prime serate musicali estive sull'isola con un gruppo di musica pop. Nel 1973 diventa autista dell'allora direttore del carcere Massimo Masone, che venne ucciso da un detenuto l'anno successivo in circostanze ancora misteriose. A Pianosa, Franco conosce la maestra Bibiani Miriana che sposerà poco dopo. Nel 1975 si congeda dal corpo degli agenti di custodia e resta a vivere all’ Elba, a Campo. Franco ci racconta tantissime storie, alcune molto divertenti altre misteriose e drammatiche. Sono molti i ricordi dei quali ci rende partecipi. E’ un uomo pieno di energie, Pianosa richiama a lui tantissime immagini. Rievoca per noi una di queste: con i pochi oggetti che rinveniamo improvvisa una batteria e, carico di energia, ci riporta ad una di quelle serate musicali nell’estate di un’isola viva.
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FRANCO sbarca sull’isola nel 1970.
Franco Calderaro, pugliese arriva a Pianosa come agente di custodia e si occupa della sorveglianza dell'ingresso del porticciolo. E' stato anche animatore delle prime serate musicali estive sull'isola con un gruppo di musica pop. Nel 1973 diventa autista dell'allora direttore del carcere Massimo Masone, che venne ucciso da un detenuto l'anno successivo in circostanze ancora misteriose. A Pianosa, Franco conosce la maestra Bibiani Miriana che sposerà poco dopo. Nel 1975 si congeda dal corpo degli agenti di custodia e resta a vivere all’ Elba, a Campo. Franco ci racconta tantissime storie, alcune molto divertenti altre misteriose e drammatiche. Sono molti i ricordi dei quali ci rende partecipi. E’ un uomo pieno di energie, Pianosa richiama a lui tantissime immagini. Rievoca per noi una di queste: con i pochi oggetti che rinveniamo improvvisa una batteria e, carico di energia, ci riporta ad una di quelle serate musicali nell’estate di un’isola viva.
SANDRO nasce a Pianosa nel 1946.
Sandro Marghieri è figlio di uno dei motoristi della centrale elettrica dell’isola (allora l'energia era prodotta sul posto e non c'era la linea elettrica sottomarina che adesso la collega con l'Elba). Insieme a lui ci accompagna Luciano. Con loro visitiamo l'edificio delle scuole elementari (allora sito nel centro del paese) ed il cimitero dove è sepolto il bisnonno di Sandro: anche lui ha vissuto a Pianosa come pure il nonno che era messo comunale. Durante la nostra visita incontra Giuseppe Mazzei Braschi (ritratto con lui in una foto), presidente dell'associazione “Amici di Pianosa", che non vedeva da circa 30 anni. Assistiamo ad un momento davvero sentito. Sandro rimane a Pianosa fino al 1957. Oggi, come molti nativi e abitanti del passato dell’isola, vive a Campo nell’Elba. E’ una delle prime persone che riportiamo al suo passato pianosino. L’emozione nel sentir descrivere la storia dei suoi luoghi è grande. Entriamo nella sua vecchia casa, sembra non essersene mai andato. Si riappropria di questi spazi come se li vivesse ancora…poi gli diamo un pallone da calcio…
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SANDRO nasce a Pianosa nel 1946.
Sandro Marghieri è figlio di uno dei motoristi della centrale elettrica dell’isola (allora l'energia era prodotta sul posto e non c'era la linea elettrica sottomarina che adesso la collega con l'Elba). Insieme a lui ci accompagna Luciano. Con loro visitiamo l'edificio delle scuole elementari (allora sito nel centro del paese) ed il cimitero dove è sepolto il bisnonno di Sandro: anche lui ha vissuto a Pianosa come pure il nonno che era messo comunale. Durante la nostra visita incontra Giuseppe Mazzei Braschi (ritratto con lui in una foto), presidente dell'associazione “Amici di Pianosa", che non vedeva da circa 30 anni. Assistiamo ad un momento davvero sentito. Sandro rimane a Pianosa fino al 1957. Oggi, come molti nativi e abitanti del passato dell’isola, vive a Campo nell’Elba. E’ una delle prime persone che riportiamo al suo passato pianosino. L’emozione nel sentir descrivere la storia dei suoi luoghi è grande. Entriamo nella sua vecchia casa, sembra non essersene mai andato. Si riappropria di questi spazi come se li vivesse ancora…poi gli diamo un pallone da calcio…
CARLO nasce a Portoferraio nel 1969.
Carlo Dotto, arriva a Pianosa il giorno dopo la sua nascita.
E’ figlio di un sottoufficiale degli agenti di custodia del carcere e nipote dell’Agronomo dell’isola, il famoso Agostino Petri, uno degli uomini più importanti tra le fila gerarchiche del luogo.
Carlo trascorre qui la sua infanzia ma ritorna a Campo nell’Elba nel 1979 per frequentare le scuole medie.
Ripercorriamo con lui i luoghi della sua fanciullezza. Dall’asilo alla sua casa natia, fino ad arrivare sulla spiaggia dove la famiglia di Carlo aveva a disposizione una cabina a mare.
Parla della sua isola come se la stesse ancora abitando.
Rivive così forte quei luoghi che in ognuno di questi gli viene naturale compiere le azioni che faceva da bambino.
Davanti alla sua casa si emoziona, sul mare si concede qualche momento di riflessione poi, a sedere sulla spiaggia, riguarda quel passato/presente nelle fotografie che orgogliosamente mostra e conserva.
Torniamo bambini in un luogo che per noi oggi è quasi “l’isola che non c’è”, che non si vede.
Carlo ce la mostra…e tornati per un attimo indietro con l’età giochiamo con lui, tutti insieme, nei luoghi della “sua Pianosa”.
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CARLO nasce a Portoferraio nel 1969.
Carlo Dotto, arriva a Pianosa il giorno dopo la sua nascita.
E’ figlio di un sottoufficiale degli agenti di custodia del carcere e nipote dell’Agronomo dell’isola, il famoso Agostino Petri, uno degli uomini più importanti tra le fila gerarchiche del luogo.
Carlo trascorre qui la sua infanzia ma ritorna a Campo nell’Elba nel 1979 per frequentare le scuole medie.
Ripercorriamo con lui i luoghi della sua fanciullezza. Dall’asilo alla sua casa natia, fino ad arrivare sulla spiaggia dove la famiglia di Carlo aveva a disposizione una cabina a mare.
Parla della sua isola come se la stesse ancora abitando.
Rivive così forte quei luoghi che in ognuno di questi gli viene naturale compiere le azioni che faceva da bambino.
Davanti alla sua casa si emoziona, sul mare si concede qualche momento di riflessione poi, a sedere sulla spiaggia, riguarda quel passato/presente nelle fotografie che orgogliosamente mostra e conserva.
Torniamo bambini in un luogo che per noi oggi è quasi “l’isola che non c’è”, che non si vede.
Carlo ce la mostra…e tornati per un attimo indietro con l’età giochiamo con lui, tutti insieme, nei luoghi della “sua Pianosa”.
STANISLAO approda a Pianosa nel 1968 come poliziotto penitenziario.
Stanislao Munno nasce nel 1945 a Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta.
Conosce sua moglie, nativa di campo nell’Elba, proprio a Pianosa dove viene trasferita per una lunga supplenza nella scuola elementare dell’isola.
Nel 1977 viene trasferito all’Elba, a Porto Azzurro, dove nel 1985 diventa Comandante del carcere.
Nel 1997 torna a Pianosa con il ruolo di Comandante dell’Agrippa e nel 2003/2004 viene nuovamente e definitivamente assegnato a Porto Azzurro. È stato Comandante di diverse strutture carcerarie come Opera, San Remo e Parma.
Stanislao ci racconta di aver abitato diverse case sull’isola di Pianosa (assegnate a seconda della disponibilità) a partire dal piccolo appartamento sito proprio nell’edificio della scuola.
Ci accompagna lungo tutto il muro di cinta dell’isola e, davanti ai vecchi uffici amministrativi dell’Agrippa ed al cancello di ingresso della sezione del carcere di massima sicurezza, ci racconta le sue storie.
Torniamo sull’isola di quegli anni, nel carcere e nella vita che questo imponeva, parliamo di “guardie e di ladri”, di aneddoti divertenti, ma anche di grandi rapporti umani.
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STANISLAO approda a Pianosa nel 1968 come poliziotto penitenziario.
Stanislao Munno nasce nel 1945 a Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta.
Conosce sua moglie, nativa di campo nell’Elba, proprio a Pianosa dove viene trasferita per una lunga supplenza nella scuola elementare dell’isola.
Nel 1977 viene trasferito all’Elba, a Porto Azzurro, dove nel 1985 diventa Comandante del carcere.
Nel 1997 torna a Pianosa con il ruolo di Comandante dell’Agrippa e nel 2003/2004 viene nuovamente e definitivamente assegnato a Porto Azzurro. È stato Comandante di diverse strutture carcerarie come Opera, San Remo e Parma.
Stanislao ci racconta di aver abitato diverse case sull’isola di Pianosa (assegnate a seconda della disponibilità) a partire dal piccolo appartamento sito proprio nell’edificio della scuola.
Ci accompagna lungo tutto il muro di cinta dell’isola e, davanti ai vecchi uffici amministrativi dell’Agrippa ed al cancello di ingresso della sezione del carcere di massima sicurezza, ci racconta le sue storie.
Torniamo sull’isola di quegli anni, nel carcere e nella vita che questo imponeva, parliamo di “guardie e di ladri”, di aneddoti divertenti, ma anche di grandi rapporti umani.
GIUSY vive a pianosa dal 1960 al 1970.
Giuseppina Rasera, è figlia del medico dell’isola. Vivono nell’abitazione vicino a quella dell'Agronomo. Mentre ci accompagna nella sua casa, nota delle parti di costruzione aggiunte. Si sofferma molto nel giardino e ricorda il rumore della centrale elettrica poco distante da lì. Guarda il mare…Ci mostra le foto che la ritraggono bambina davanti agli edifici che hanno ospitato il suo passato. Ci racconta che suo padre era anche un appassionato fotografo: molte delle documentazioni fotografiche di quegli anni si devono a lui. Con lei visitiamo la mostra fotografica degli "amici di Pianosa" e qui ci mostra una delle foto del suo babbo su una vecchia pubblicazione riguardante l'isola. Oggi vive a Portoferraio. Giusy vive con noi una giornata emozionante. Ci dice di essersi sentita così a suo agio con noi, complici le sensazioni che la riportano al suo passato, da non aver minimamente avvertito addosso l’occhio delle macchine fotografiche. Sente forte la suggestione che Pianosa le fa riaffiorare sulla pelle…e noi la vediamo, così chiara e nitida da riuscire a catturarla.
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GIUSY vive a pianosa dal 1960 al 1970.
Giuseppina Rasera, è figlia del medico dell’isola. Vivono nell’abitazione vicino a quella dell'Agronomo. Mentre ci accompagna nella sua casa, nota delle parti di costruzione aggiunte. Si sofferma molto nel giardino e ricorda il rumore della centrale elettrica poco distante da lì. Guarda il mare…Ci mostra le foto che la ritraggono bambina davanti agli edifici che hanno ospitato il suo passato. Ci racconta che suo padre era anche un appassionato fotografo: molte delle documentazioni fotografiche di quegli anni si devono a lui. Con lei visitiamo la mostra fotografica degli "amici di Pianosa" e qui ci mostra una delle foto del suo babbo su una vecchia pubblicazione riguardante l'isola. Oggi vive a Portoferraio. Giusy vive con noi una giornata emozionante. Ci dice di essersi sentita così a suo agio con noi, complici le sensazioni che la riportano al suo passato, da non aver minimamente avvertito addosso l’occhio delle macchine fotografiche. Sente forte la suggestione che Pianosa le fa riaffiorare sulla pelle…e noi la vediamo, così chiara e nitida da riuscire a catturarla.
LUCIANO vive a Pianosa dal 1957 al 1969.
Luciano Lupi, anche lui figlio di un motorista della centrale elettrica condivide con Sandro l'origine Sanpierese. Questa struttura attrae forte la sua attenzione…chiama Sandro e insieme guardano quello che oggi l’edificio cela al suo interno. Con lui visitiamo la scuola, la sua casa e gli edifici dove giocava da bambino. Nel prato antistante la chiesa ricorda le partitelle a calcio che facevano da ragazzi e, su nostro invito, è un attimo fargli calciare un pallone con Sandro rievocando l'atmosfera di quasi 60 anni fa. Luciano oggi vive a San Piero. Luciano ci fa avvertire molto presente un passato ormai lontano. All’inizio fatica un po’ a lasciarsi andare. L’emozione di raccontare i luoghi della sua infanzia e gioventù è forte. Ritrovare il ricordo, tra quello che rimane dei posti che ha vissuto, di come erano lo emoziona. Poi si scioglie, si lascia andare. In pochi minuti torna indietro nel tempo e gioca in uno dei prati “ritrovati” della sua isola.
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LUCIANO vive a Pianosa dal 1957 al 1969.
Luciano Lupi, anche lui figlio di un motorista della centrale elettrica condivide con Sandro l'origine Sanpierese. Questa struttura attrae forte la sua attenzione…chiama Sandro e insieme guardano quello che oggi l’edificio cela al suo interno. Con lui visitiamo la scuola, la sua casa e gli edifici dove giocava da bambino. Nel prato antistante la chiesa ricorda le partitelle a calcio che facevano da ragazzi e, su nostro invito, è un attimo fargli calciare un pallone con Sandro rievocando l'atmosfera di quasi 60 anni fa. Luciano oggi vive a San Piero. Luciano ci fa avvertire molto presente un passato ormai lontano. All’inizio fatica un po’ a lasciarsi andare. L’emozione di raccontare i luoghi della sua infanzia e gioventù è forte. Ritrovare il ricordo, tra quello che rimane dei posti che ha vissuto, di come erano lo emoziona. Poi si scioglie, si lascia andare. In pochi minuti torna indietro nel tempo e gioca in uno dei prati “ritrovati” della sua isola.
CARLO nasce a Pianosa nel 1950.
Suo padre prestava servizio sull’isola come agente di polizia penitenziaria.
Carlo Barellini rimane a Pianosa fino all’età di 11 anni, poi la famiglia deve trasferirsi in Toscana.
Non dimentica la sua terra natia: torna come membro dell’Associazione “Amici di Pianosa” e qui, nel 2002, battezza l’ultima dei suoi tre figli.
In occasione di questo momento, in lui nasce l’idea di rendersi utile per la sua isola.
Lavorando per la Diocesi di Massa, nel 2004 viene trasferito in pianta stabile a Pianosa come custode della Chiesa di S. Gaudenzio e delle Catacombe. Vive ancora sull’isola.
Carlo ci porta nella sua casa e nel suo orto: ama molto Pianosa, lo percepiamo dal suo modo di raccontarne. Si sente molto fortunato ed è immensamente felice di poterla abitare ancora.
Ci accompagna nella “sua” Chiesa e nelle “sue” Catacombe.
Sotto la sua guida visitiamo un mondo sotterraneo e spirituale che Carlo descrive con cura, passione ed attenti particolari.
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CARLO nasce a Pianosa nel 1950.
Suo padre prestava servizio sull’isola come agente di polizia penitenziaria.
Carlo Barellini rimane a Pianosa fino all’età di 11 anni, poi la famiglia deve trasferirsi in Toscana.
Non dimentica la sua terra natia: torna come membro dell’Associazione “Amici di Pianosa” e qui, nel 2002, battezza l’ultima dei suoi tre figli.
In occasione di questo momento, in lui nasce l’idea di rendersi utile per la sua isola.
Lavorando per la Diocesi di Massa, nel 2004 viene trasferito in pianta stabile a Pianosa come custode della Chiesa di S. Gaudenzio e delle Catacombe. Vive ancora sull’isola.
Carlo ci porta nella sua casa e nel suo orto: ama molto Pianosa, lo percepiamo dal suo modo di raccontarne. Si sente molto fortunato ed è immensamente felice di poterla abitare ancora.
Ci accompagna nella “sua” Chiesa e nelle “sue” Catacombe.
Sotto la sua guida visitiamo un mondo sotterraneo e spirituale che Carlo descrive con cura, passione ed attenti particolari.
JESSICA arriva a Pianosa la prima volta nel 1978 con i suoi genitori.
Nel 1979 si trasferiscono sull’isola. Jessica Muti ha salde radici in questo piccolo paradiso.
Si può dire che lei e la sua famiglia abbiano da sempre vissuto qui.
Jessica, a Pianosa, ha lavorato in molti posti: nel negozio di alimentari davanti alla chiesa, ed anche in quello vicino all’asilo. Poi alla mensa vicino alla caserma dei carabinieri, con suo marito, quando per la prima volta è stata aperta ai turisti: arrivano a gestire fino a 100 persone al giorno lavorando anche con i detenuti.
E poi per tre mesi alla vigilanza del carcere.
Jessica si sposa proprio nella chiesa di Pianosa il 26 ottobre del 1999.
E’ fortissimo il legame che ha con questa terra. Suo padre, ancora oggi, ha casa sull’isola e spesso ci torna pur non potendoci vivere.
Jessica ci accompagna tra i suoi ricordi tenendo per mano sua figlia. Questa immagine è forte.
Lei, portata in visita la prima volta sull’isola dai suoi genitori con un gommone da Campo, oggi ci guida insieme con la sua piccola alla riscoperta dei luoghi che ha vissuto e amato. E’ un viaggio tenero e sentito, è un percorso in zone del cuore…e anche noi ci lasciamo prendere per mano.
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JESSICA arriva a Pianosa la prima volta nel 1978 con i suoi genitori.
Nel 1979 si trasferiscono sull’isola. Jessica Muti ha salde radici in questo piccolo paradiso.
Si può dire che lei e la sua famiglia abbiano da sempre vissuto qui.
Jessica, a Pianosa, ha lavorato in molti posti: nel negozio di alimentari davanti alla chiesa, ed anche in quello vicino all’asilo. Poi alla mensa vicino alla caserma dei carabinieri, con suo marito, quando per la prima volta è stata aperta ai turisti: arrivano a gestire fino a 100 persone al giorno lavorando anche con i detenuti.
E poi per tre mesi alla vigilanza del carcere.
Jessica si sposa proprio nella chiesa di Pianosa il 26 ottobre del 1999.
E’ fortissimo il legame che ha con questa terra. Suo padre, ancora oggi, ha casa sull’isola e spesso ci torna pur non potendoci vivere.
Jessica ci accompagna tra i suoi ricordi tenendo per mano sua figlia. Questa immagine è forte.
Lei, portata in visita la prima volta sull’isola dai suoi genitori con un gommone da Campo, oggi ci guida insieme con la sua piccola alla riscoperta dei luoghi che ha vissuto e amato. E’ un viaggio tenero e sentito, è un percorso in zone del cuore…e anche noi ci lasciamo prendere per mano.
MAURO Pianosa è stata la sua casa dal 1959 al 1970.
Quando Mauro Arrighi nasce, la sua famiglia vive a Pianosa già da cinque anni Suo padre è il manutentore dei pozzi artesiani e, nei periodi estivi, è anche il macchinista del cinema all'aperto che si faceva nella piazzetta antistante la sala/bar dell'isola. Mauro adora pescare nel porticciolo, gli piace guardare come si popola la piazza alla proiezione dei film. Arriva tanta gente a vederli, il bar si popola, questa piccola piazzetta è il centro nevralgico della vita sociale dell’isola. La sua casa oggi è inaccessibile, la guardiamo insieme a lui attraverso una rete metallica. Si siede sui gradini di quella scalinata, ci racconta di dove viveva e si lascia fotografare. Con Mauro facciamo una lunga passeggiata attraverso tutti i posti che sono stati importanti per lui. Gli è piaciuto tornare a far finta di pescare sul porticciolo o a mimare i gesti di una cinepresa sul lastricato dove sorge il vecchio edificio che ospitava il cinema. Lo guarda e ricorda. Quanta vita su questa piccola isola…quanta gente è passata da Pianosa, quante persone la ricordano, la sentono ancora nel cuore e sulla pelle. Mauro è una di queste.
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MAURO Pianosa è stata la sua casa dal 1959 al 1970.
Quando Mauro Arrighi nasce, la sua famiglia vive a Pianosa già da cinque anni Suo padre è il manutentore dei pozzi artesiani e, nei periodi estivi, è anche il macchinista del cinema all'aperto che si faceva nella piazzetta antistante la sala/bar dell'isola. Mauro adora pescare nel porticciolo, gli piace guardare come si popola la piazza alla proiezione dei film. Arriva tanta gente a vederli, il bar si popola, questa piccola piazzetta è il centro nevralgico della vita sociale dell’isola. La sua casa oggi è inaccessibile, la guardiamo insieme a lui attraverso una rete metallica. Si siede sui gradini di quella scalinata, ci racconta di dove viveva e si lascia fotografare. Con Mauro facciamo una lunga passeggiata attraverso tutti i posti che sono stati importanti per lui. Gli è piaciuto tornare a far finta di pescare sul porticciolo o a mimare i gesti di una cinepresa sul lastricato dove sorge il vecchio edificio che ospitava il cinema. Lo guarda e ricorda. Quanta vita su questa piccola isola…quanta gente è passata da Pianosa, quante persone la ricordano, la sentono ancora nel cuore e sulla pelle. Mauro è una di queste.

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